Dopo il ritrovamento della sacra icona, che le suore benedettine vollero trasferire nella chiesa annessa al nuovo monastero, nel luogo fu cotruita una chiesetta rurale ove venne collocata un’altra immagine della Madonna che allatta Gesù Bambino, artistico dipinto su pietra di pregevole fattura, di autore ignoto del ‘600. A questa immagine miracolosa è legata la singolare devozione.
La costruzione della Chiesa risale al sec. XVII. trattasi di edificio a navata unica di modeste dimensioni. Della struttura originaria rimangono oggi purtroppo solo le mura perimetrali. La Chiesa, infatti, nel corso dei secoli, forse anche a causa della sua distante collocazione dal centro abitato, ha subito consistenti danni ed è stata oggetto di vari rimaneggiamenti.
Chi ricorda il sacro edificio prima degli ultimi eventi bellici, riferisce che l’intero della Chiesa era uno scrigno d’arte, con un tetto ligneo a capriate, intarsiato e dipinto, e le pareti affrescate con immagini raffiguranti gli episodi legati al ritrovamento della sacra icona. Anche la strada che conduceva dal paese al Santuario era molto antica e si caratterizzava per la tipica pavimentazione con ciottoli di fiumara.
Da citazioni storiche risulta che nel 1779 la Chiesa fu decorata dal pittre Gagliani. Restauri rilevanti si apportarono nel 1860 e nel 1922 il pittore Impiduglia ne ritoccò le decorazioni. A seguito degli eventi bellici nel 1943 andarono distrutti, purtroppo, tutti gli elementi artistici che la Chiesa conservava. Tra il 1948 ed il 1952 furono eseguiti i lavori di ristrutturazione ed in quella occasione venne ricostruito il tetto e realizzata la volta della navata centrale, ma senza apportare alla stessa alcun elemento artistico o decorativo.
Seguirono alcuni interventi di consolidamento nel 1966, con la sopraelevazione del campanile. Ulteriori interventi di manutenzione sono stati eseguiti nel 1977.
I lavori di restauro nel 2002
Nel 2002, la Parrocchia ed il Comitato “Maria SS. della Lavina”, con il sostegno incondizionato dell’Amministrazione comunale, si sono fatti resposabilmente carico di importanti lavori di restauro che hanno delineato l’attuale fisionomia artistica ed architettonica del Santuario. La volta della chiesa è stata impreziosita da pregevoli stucchi e decori e la radura esterna ha acquistato un nuovo aspettocon le opere in pietra locale.
Corale in questa circostanza è stato il sostegno della comunità parrocchiale all’Arciprete don Carmelo Anello. Con Coraggio, con caparbietà, soprattutto con la protezione di Maria, grazie alla validità cooperazione di quanti hanno prestato la loro infaticabile e gratuita opera, con il contributo generoso dei fedeli, questoluogo sacro tanto caro a tutti ceramesi, e non solo, è stato elevato ad opera d’arte di sicuro pregio. Il 29 agosto 2002, con una solenne Celebrazione liturgica, la Chiesa veniva riaperta al culto e la Sacra Immagine della Madonna della Lavina veniva processionalmente traslata dalla Chiesa Madre al Santuario.
Già durante i lavori di restauro del Santuario del 2002, nasceva l’idea di realizzare un progetto iconografico inerente alla collocazione nella navata unica della Chiesa di sei dipinti contemporanei raffiguranti i “Misteri Cristologico-Mariani”.
Il progetto scaturiva dal desiderio di ricreare nella Chiesa, attraverso la collocazione dei dipinti, quell’atmosfera mistica e d sacralità che preesisteva anticamente, nonchè per valorizzare, attraverso la pittura, il Santuario della Madonna della Lavina, meta di crescenti pellegrinaggi. All’importante progetto iconografico aderivano con entusiasmo alcuni tra i più significativi e anche più noti artisti del movimento artistico-culturale oggi universalmente riconosciuto sotto il nome di “Pittura Colta”.
Il movimento artistico nasce a Roma nel 1982, in aperta rottura con la cosiddetta “tradizione del modernismo”, contrapponedosi ad essa con un ritorno alle fonti “luminose e simboliche” della Pittura. Questo movimento al suo nascere volle riaffermare sia il primato che il patrimonio culturale della pittura, ma in sovrappiù volle riaffermare il mito stesso della Pittura, la sua capacità ad essere fonte di pensiero e visione metafisica del mondo. Della “Pittura Colta” l’atto del dipingere è un tto “sapenziale e filosofico”.
Essa ha voluto restituire alla storia la dimensione originaria della pittura per recuperare i mondi iconografici e simbolici che ne stavano a fondamento, riformulandone un nuovo mito e definendosi anche come “Pittura del Mito”.
Lo straordinario progetto iconografico, realizzato con i pareri favorevoli della Consulta di Arte Sacra della Curia Vescovile e della Soprintendenza del BB. CC. AA. veniva esposto alla venerazione dei fedeli in 30 agosto 2004, con il rito di benedizione presieduto da S.E.R. Mons. Salvatore Pappalardo, Vescovo di Nicosia.
La festa
I solenni festeggiamenti in onore della Madonna della Lavina si svolgono annualmente a Cerami nei giorni 7 e 8 settembre. Durante la novena ogni mattina, all’alba mentre dal campanile della Chiesa Madre echeggiano le note dell’Ave Maria, il rullo dei tamburi per le vie del paese chiama i fedeli alla Messa. All’imbrunire, poi, i fedeli molti a piedi scalzi, ritornano laggiù, al Santuario a fare i “Viaggi a Lavina”.
Le sere che precedono il 7 settembre sono caratterizzate da Veglie di preghiera e da incontri di formazione spirituale, tra i quali il suggestivo pellegrinaggio che si snoda dalla Chiesa Madre, con una “fiaccolata”, fino al Santuario. La mattina del 7 settembre l’artistico quadro della Madonna, sorretto da un congegno detto “Bajalardo”, sostenuto a spalla dai fedeli, viene portato in solenne processione per le principali vie del paese.
Lo precedono bandiere di alloro ed un corteo di ragazze che indossano una tradizionale tunica rossa che richiama le origini greche del paese. La processione sosta presso la Chiesa Madre, per la solenne Celebrazione Eucaristica, e quindi presso l’Abbazia di San Benedetto. Da qui, nel far della sera, si snoda la devota e toccante processione per riaccompagnare la sacra Icona nel Santuario.